È un viaggio vocale e strumentale nelle suggestioni della musica di diversi Paesi, a partire dal Trentino, aperto da una struggente canzone ucraina, come pensiero solidale al popolo ucraino che si sta difendendo dall’invasione russa.
Se un popolo vive, canta.
I canti sono il modo con cui un popolo ricorda quello che è, i suoi desideri, le cose care, lo sguardo sulla vita, la nostalgia, ma con cui esprime anche una speranza per il futuro. Oggi si canta sempre meno, e quando si canta spesso non si esprime la propria vita, la propria storia di comunità, la propria identità culturale e sociale, ma si ripetono povere canzoni senza radici di isolati divi mediatici costruiti dal mercato discografico.
Parole e musiche di questi canti e di questi pezzi strumentali invitano a lasciarsi invadere dalla semplicità, a lasciarci colpire dall’originalità umana che li ha generati. Raccontano la vita quotidiana, racconta un modo bello di stare dentro le cose, un modo grande di stare dentro le cose piccole, di tutti i giorni, e invitano alla speranza.
La corale e l’orchestra UniTrento vogliono rilanciare questa speranza così bene espressa dalla musica, in un mondo che sembra aver dimenticato la strada.
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